Origliando l’Eterno
- don luigi
- 6 dic 2023
- Tempo di lettura: 1 min
Cenacolo poetico

Origliando l’Eterno
E me sto così, ogni sera,
col cuore sulla soglia del mistero,
ad origliare l’Eterno.
Non importa che tu venga.
Il mio è uno stare d’avvento,
per maturare d’attesa il presente.
Ma Tu vieni.
Gratuitamente vieni,
a colmare di gioia quest’ora.
E libero, sì,
libero mi fai di posarmi,
quando il sole si spegne,
sul tuo talamo d’amore.
E rimanere così,
silente, ogni sera,
mentre d’incanto
mi sveli il tuo cuore.
Luigi Razzano
Iconologia poetica
Con la presente poesia inauguriamo la rubrica Cenacolo poetico, e lo facciamo in questo tempo di Avvento, con l’immagine di chi si mette a “origliare” dietro la porta del mistero, per cercare di carpire, al di là di essa, qualche parola o suono del suo amato. Un atteggiamento questo che richiama quella tipica “curiosità spirituale” che è alla base del cammino di fede, quando questa viene vissuta, nella storia, come attesa anelante di Colui che viene. Consapevole che essa se da una parte offre molteplici segni della sua presenza, dall’altra costituisce anche una condizione che gli impedisce di partecipare pienamente della vita d’amore di Dio. In questo senso tutta l’esistenza diventa per lui “uno stare d’avvento”, in vista dell’incontro decisivo con l’Amato. Un incontro che viene espresso con l’immagine del “talamo d’amore”, metafora dell’esperienza mistica, durante la quale egli nutre la speranza di essere inondato del suo amore.
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