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San Damiano

Aggiornamento: 14 feb

Cenacolo poetico

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San Damiano

 

Attratto dal suo Volto

Francesco fa qui del Vangelo

il centro di sé;

e da quest’eremo d’amore,

come sole nel cosmo,

ne irraggia nel mondo

la pace.

 

 Luigi Razzano


Iconologia poetica

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San Damiano è una poesia essenziale, se non addirittura scarna, nella sua struttura: semplice, sobria, povera, esattamente come i tratti della spiritualità francescana, della quale l’autore sembra esprimerne l’essenza. E non poteva essere diversamente, visto il soggetto che viene preso in considerazione. Forma e contenuto si coniugano in un unico abbraccio letterario-spirituale. Anche il titolo: San Damiano fa da soggetto sottinteso alla poesia, senza il quale il componimento rimarrebbe incomprensibile. Tuttavia, con pochi versi e altrettante metafore, il poeta esplicita l’evento originario e fondativo della vita di Francesco: l’incontro personale col Cristo Crocifisso, avvenuto nella periferica chiesetta assisana di San Damiano, davanti all’icona che porta l’omonimo nome. Da qui il duplice senso del titolo poetico: inteso come luogo spirituale e immagine iconografica. Tale, infatti, è il senso che si percepisce sin dai versetti introduttivi: “Attratto dal suo Volto / Francesco fa qui del Vangelo / il centro di sé”. Il Volto a cui si riferisce il poeta è quello serafico di Cristo, la cui espressione sembra convertire l’atroce sofferenza della croce in uno straordinario equilibrio spirituale. In questo incontro Francesco eredita direttamente dal Cristo il messaggio centrale del suo Vangelo, che potremmo benissimo esprimere attraverso le parole di Paolo ai Corinti: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (Rm 2,2). E al pari di Paolo che fa dell’io di Cristo il centro vitale del suo io (cf. Gal 2,20), anche Francesco fa “del Vangelo / il centro di sé”. Si capisce perciò il presente indicativo del verbo “fare” che conferisce all’evento un’azione che si protrae nel tempo. Un incontro questo, che in tanti altri casi di conversione cristiana rimane relegato in un preciso momento storico, fino a perdere nel tempo l’originaria potenza carismatica, e, invece, in questo caso, trova una perenne attualizzazione storica. Cosa consente questo continuo rinnovamento carismatico? A giudizio del poeta la risposta sta nella totale identificazione di Francesco con Cristo, al punto da lasciare che sia Cristo stesso a vivere in sé, come per altro sembra alludere anche lo stemma araldico dell’Ordine Francescano. In questo senso chiunque aderisce alla spiritualità di Francesco consente a Cristo di continuare a distendere la sua opera nel tempo. La spiritualità francescana sembra infatti incarnare l’anelito della semplicità evangelica, fino a fare di Francesco l’icona della sua genuina purezza. E forse è proprio qui il segreto che salvaguardia il suo ideale dalle diverse forme di individualismo spirituale, presenti nella religiosità antica e contemporanea. In questo senso più che mai attuale è il saluto: “Pace e bene”, che costituisce, forse, la sintesi più autentica della sua spiritualità. La pace di cui lui si fa promotore è quella che scaturisce dalla riconciliazione con Dio, riconosciuta come la forma di benessere esistenziale più umana e originaria. La vera pace è quella che proviene dalla riconciliazione con se stesso e con l’A/altro da sé. È qui la condizione che rende possibile la pacifica convivenza tra i popoli. È in vista di questo ideale, al contempo umano e divino, che egli giunge a fare del suo incontro con Cristo Crocifisso “un’eremo d’amore”, che lungi dal ridursi a un luogo isolato e a una spiritualità individualista, ne diviene invece un centro di irradiazione universale, che “come sole nel cosmo, / ne irraggia nel mondo / la pace”. La perenne attualità di Francesco è tutta qui: nel lasciarsi continuamente rinnovare dall’azione dello spirito evangelico.

La poesia, pur nella sua brevità epigrafica, costituisce un omaggio del poeta al “Poverello di Assisi”, a testimonianza del ruolo fondamentale che la figura di Francesco ha avuto nel corso della sua conversione e formazione della sua poetica spirituale. Si tratta di un componimento recente, scritto durante una visita fatta nella piccola chiesa di San Damiano, a seguito di un corso di aggiornamento compiuto insieme al clero e al Vescovo della sua Diocesi, nel febbraio del 2025. Il rinnovato contatto con quel luogo ha come risvegliato in lui i ricordi del genuino anelito evangelico, intuito agli inizi della sua conversione. Da qui la ragione della presente dedicazione.

 

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