Esteticamente
- don luigi
- 27 giu 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Cenacolo poetico

Esteticamente
Esteticamente
vive il poeta nel mondo
quando nel Bello
trascende la sua parola,
e poetando
d’amore nutre la vita
degli uomini.
Luigi Razzano
Iconologia poetica
Chi è il poeta? Qual è il senso della sua presenza nel mondo? Dall’analisi di questa lirica scaturisce una visione estetica in cui il poeta viene considerato come l’uomo della bellezza. La sua presenza nel mondo, pertanto, è cifra di una “tensione cosmica in cui ogni cosa tende alla bellezza, come alla sua origine e al suo fine” (N.S. Bulgakov). In questo senso “Esteticamente / vive il poeta nel mondo /quando nel Bello / trascende la sua parola”. La sua poesia prevede perciò un’idea di bellezza che trascende non solo la sua esistenza, ma ogni sforzo letterario di conformare ad essa la sua parola.
In un contesto sociale fortemente attraversato da tensioni polarizzanti e laceranti come il nostro, questa visione estetica appare antitetica e dissonante, dove la bellezza, svuotata del suo potere manifestativo, è ridotta ad una mera esteriorità formale. Eclissata dalle tipiche forme artistiche e relegata ai margini di ogni interesse estetico, è finita col diventare uno dei principali oggetti d’interesse dell’industria cosmetica e pubblicitaria, che ne esaltano, invece, il potere seducente, sensuale, ambiguo e suggestivo, impiegata com’è per la promozione dei rispettivi prodotti di consumo. Le conseguenze di questa logorante mentalità consumistica hanno determinato una crisi esistenziale così profonda e diffusa da indurre uno dei più autorevole intercettatore dell’animo umano, come Giovanni Paolo II, ad affermare che, oggi, più che mai s’avverte un estremo bisogno di bellezza “per non cadere nella disperazione” (Lettera agli artisti,1999). Questa esigenza, però, richiede una rinnovata visione estetica, capace di far convergere in unità le più laceranti tensioni che attraversano l’attuale crisi epocale. Si profila perciò di estremo interesse quello che a questo proposito disse già a suo tempo il filosofo Eraclito (VI-V sec. a.C): “Se esistono nell’universo degli opposti, delle realtà che paiono non conciliarsi, come l’unità e la molteplicità, l’amore e l’odio, la pace e la guerra, la calma e il movimento, l’armonia tra questi opposti non si realizzerà annullando uno di essi, ma proprio lasciando vivere entrambi in una tensione continua. L’armonia non è assenza bensì equilibrio di contrasti”. Tendere alla bellezza significa perciò non idealizzare la realtà, e neppure eluderla dalle tensioni laceranti che attualmente la caratterizzano, semmai prodigarsi a favore dell’armonia. Nello specifico del poeta questo compito comporta lo sforzo di trasfigurare la realtà in una sinfonia relazionale, una sorta di epifania del Bello, così che “poetando” egli possa continuare a nutrire d’amore “la vita / degli uomini”.




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