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Misteri Ecclesiali: la Chiesa come vita nuova in Cristo


Centro Ave, Madonna dell'accoglienza

In continuità con la proposta di Papa Francesco di stabilire la celebrazione di Maria Madre della Chiesa[1], come memoria obbligatoria del Calendario romano generale, prevista per il lunedì dopo la Pentecoste[2], vi suggerisco di integrare la preghiera del Rosaio con i Misteri ecclesiali[3]. Si tratta di episodi evangelici che delineano le tappe dei momenti più significativi della nascente comunità ecclesiale. Il loro scopo è quello di favorire, in chi è solito frequentare questa pratica devozionale, lo sviluppo delle condizioni spirituali per una più consapevole e autentica vita ecclesiale. Essi vanno recitati il lunedì di ogni settimana, inteso come il giorno inaugurale della Chiesa nel mondo.

La Pentecoste costituisce per la Chiesa, esattamente ciò che l’Annunciazione è stata per Maria. Due eventi che vedono protagonista lo stesso Spirito. In entrambi i casi egli “colma” della sua presenza il seno di Maria (cf. Lc 1,28), e il Cenacolo degli Apostoli (cf. At 2,2), autentico grembo della Chiesa. Se attraverso Maria lo Spirito dà forma al corpo fisico di Cristo; attraverso la Chiesa egli dà forma al suo Corpo Mistico (cf. Gal 3,26-28). La Pentecoste apre il ciclo della vita ecclesiale nel mondo, che Paolo qualifica in termini di “vita nuova in Cristo” (Rm 6,4), o “vita secondo lo Spirito” (cf. Gal 5,16.25). Quel Cristo che fino ad allora aveva vissuto fisicamente con gli apostoli, ora vive spiritualmente tra gli apostoli, per mezzo del comandamento dell’amore reciproco (cf. Mt 18,20). Cristo in loro e loro in Cristo: ecco lo specifico della vita spirituale ed ecclesiale alla quale ci apre la Pentecoste.

 

Itinerario biblico-spirituale

 

Da l’idea di tracciare un percorso biblico-spirituale teso a creare le condizioni per un’autentica conversione alla vita ecclesiale, che vede nei Dodici un modello di vita a cui ispirarsi per l’oggi della Chiesa.

 

1) La chiamata dei Dodici (Mc 3,14: “Li chiamò perché stessero con lui”).

2) La lavanda dei piedi (Gv 13,12: “Capite quello che ho fatto per voi”).

3) La consegna sotto la croce (Gv 19,26-27: “Donna, ecco tuo figlio …(figlio) Ecco tua madre”).

4) Il mandato missionario (Mt Mc 16,15: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”).

5) Il comandamento dell’amore reciproco (Gv 13,34: “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri”).

 

Commento spirituale

 

I cinque brani evangelici qui scelti tracciano l’itinerario spirituale con cui i discepoli di ogni tempo sono chiamati non solo alla sequela di Cristo, ma anche a realizzare nel mondo il suo sogno più caro: la Chiesa. In questo senso il brano di Marco 3,14 ci aiuta a capire il motivo principale della chiamata: “… perché stessero con lui”. Prima ancora di essere inviati ad annunciare il Vangelo i discepoli sono chiamati a stare con Gesù, secondo anche quello che ci dice l’evangelista Giovanni, quando ci riferisce che due dei discepoli del Battista “seguirono Gesù … e questi vedendo che lo seguivano disse loro: Che cercate? Ed essi risposero: Maestro, dove dimori? Ed egli disse loro: Venite e vedrete” (cf. Gv 1,37-39). Lo scopo principale di Gesù è perciò quello di introdurli nella stessa comunione d’amore che lui intesse col Padre.

È abitando questa casa d’amore che essi potranno acquisire la logica della vita evangelica che vede nella “lavanda dei piedi” lo stile del servizio reciproco, di chi ama “fino alla fine” (Gv 13,1), fino ad assumere la “condizione di servo” (cf. Fil 2,7). È servendosi l’un l’altro che essi sapranno amarsi reciprocamente. Si tratta di una logica relazionale che rompe decisamente con quella del mondo, dove l’altro viene visto come oggetto di strumentalizzazione.

Il servizio costituisce, quindi, per Gesù la forma distintiva dell’amore evangelico e più specificamente dell’amore ecclesiale. Solo chi impara a servire l’altro crea i presupposti della vita ecclesiale, ovvero della maternità e filialità spirituale. Esattamente come espresso da lui quando, sulla croce, consegnò il discepolo a sua madre e sua madre al discepolo: “Donna, ecco tuo figlio …(figlio) Ecco tua madre” (Gv 19,26-27).

Plasmato dalla comunione d’amore, condivisa e sperimentata all’interno vita ecclesiale, il discepolo è in grado di irraggiarla nel mondo, attuando in questo modo il mandato missionario di Gesù: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”. Egli non è chiamato solo “a stare con Gesù”, ma anche “per essere mandato” (Mc 3,14), il che non significa fare proseliti, ma condividere con gli altri “la vita nuova in Cristo” (Rm 6,4). È condividendo questa vita che il cristiano rende l’annuncio evangelico attraente, credibile e diffusivo nell’oggi di ogni cultura. Non si tratta di un’altra vita, ma della stessa vita quotidiana trasfigurata dallo Spirito di Cristo, il quale impregna le relazioni umane dello stesso amore che circola nella vita trinitaria.

Non più una vita individuale, vissuta all’insegna dell’egoismo, dell’egocentrismo, del possesso e del dominio dell’altro, ma una vita di comunione, realizzata sul modello dell’“amore reciproco” (Gv 13,34), secondo il quale Gesù chiede ai suoi di essere disposti ad amarsi l’un l’altro, fino a dare la vita: “Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Il comandamento dell’amore reciproco diventa così il luogo e la condizione che consente allo Spirito di operare nel mondo, autentico protagonista che rinnova dall’interno ogni relazione umana, (cf. Ap 21,5), per conformandole a quelle della dimora divina di Cristo.    

 

  

 


[1] A conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II, il 21 novembre del 1964, Paoli VI dichiara Maria Santissima Madre della Chiesa. Si tratta di un titolo, come rileva il Papa, non certo sconosciuto alla pietà dei cristiani, col quale però s’intende evidenziare l’intima unione che intercorre tra la Maternità divina e quella ecclesiale di Maria, quale Madre del corpo fisico e mistico di Cristo.

[2] L’11 febbraio del 2018, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, su volontà di Papa Francesco, emise un Decreto che stabilì la celebrazione di Maria Madre della Chiesa come memoria nel Calendario romano generale. Mi piace rilevare la coincidenza di questa proposta con il mese mariano in corso.

[3] Per un approfondimento di questa integrazione rimando al mio testo: Rosario mariano. Una proposta integrativa biblico-spirituale, che trovate sul mio sito: www.luigirazzano.com nella sezione Articoli.

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